A Stefy
Ho con me
l’ondulazione pervia dei tuoi gesti
il sacro rimestio della tua radianza
svelata.
Ai varchi aperti sul regno
dico il ricamo dei beati
offro
parole vere
all’incombenza dei tuoi fianchi.
Sazio
induco l’estate
nelle praterie del silenzio
colgo messi
per i giardini zen dei tuoi occhi
dediti
ad una tenerezza riversa
tinta
dal sapore brillante dell’assenso
quando incanti
la rincorsa dei pavidi
con la magia umida
delle tue labbra in festa.
Stride
un sussurro strano
l’entasi superba
che mi sorprende assorto
al pensiero di te
soglia intrisa da romanzi d’avventura
terso
come la cavalcata dei venti
sul dorso stizzito dell’onda.