Dal Sintomo alla Persona. Medico e Psicologo insieme per l’assistenza di base Posted on 31 marzo 2012 by Manuela Materdomini

Autore: (a cura di) Luigi Solano

Edizione: FrancoAngeli

Pagine: 238

Prezzo: €. 29,00

Anno: 2011

Recensione di Ilaria Fabbri

La distinzione fra psiche e soma appartiene

più al nostro bisogno classificatorio che alla realtà

che si presenta come un intero,

casomai descrivibile con linguaggi diversi.

Mario Bertini, 1988

Questo libro racconta la straordinaria avventura di un gruppo di giovani psicologi specializzandi, del loro lungimirante coordinatore e di alcuni medici di base particolarmente attenti agli aspetti psicosociali del loro lavoro. Insieme queste figure professionali così diverse sono riuscite a dimostrare non solo che è possibile collaborare fianco a fianco all’interno dello stesso ambulatorio, dietro la stessa scrivania, ma anche a dare una concretezza pratica all’applicazione del modello bio-psico-sociale.

L’esperienza descritta nasce nel 2000 all’interno della Scuola di specializzazione in Psicologia della Salute di Roma-Orvieto, in collaborazione con i Distretti sanitari di Orvieto, Roma e altre località del Lazio e prevede per un giorno alla settimana l’affiancamento tra psicologo e medico di base durante l’orario di svolgimento dell’ambulatorio di medicina generale. Il libro raccoglie i frutti di questo progetto ormai più che decennale e ripropone le considerazioni che ne hanno ispirato la realizzazione.

Se partiamo dal presupposto ampiamente dimostrato dalla letteratura scientifica (dagli studi pionieristici di Balint fino agli scritti più recenti di Bertini e dello stesso Solano) che almeno il 50% delle richieste sottoposte al medico di base esprime un disagio di tipo relazionale/esistenziale più che un problema somatico, possiamo capire la fondamentale importanza di comprendere il senso di un sintomo. E quella ancora più basilare di dare uno spazio all’elaborazione e all’espressione di questo senso. L’aspetto innovativo di questa esperienza (e probabilmente anche il segreto del suo successo) consiste nell’offrire la possibilità di incontrare uno psicologo prima ancora che ne venga formulata una richiesta specifica: ciò “..ha permesso l’utilizzo di una professionalità psicologica da parte di persone che […] non sarebbero mai state in grado di formulare una domanda autonoma in tal senso […] soprattutto per un vissuto di estraneità culturale. E’ stato di estremo interesse invece vedere con quanta naturalezza la quasi totalità dei pazienti ha accettato la presenza dello psicologo una volta che se lo è semplicemente trovato davanti..” (pag. 147). Forse perché in un contesto del genere l’ascolto psicologico si delinea chiaramente come qualcosa previsto per tutti. L’obiettivo dello psicologo nell’ambulatorio di medicina generale è infatti quello di approcciare le situazioni incontrate leggendole in termini di problemi da risolvere e non di patologie da identificare, cioè trovare il senso di un sintomo, inserirlo nel contesto sociale e familiare della persona, nel momento particolare del suo ciclo di vita, oltre che a cercare di attivare o ri-attivare le risorse di quella persona. Accogliere cioè il disagio nella sua forma embrionale, prima che si strutturi producendo modificazioni intrapsichiche croniche ormai relativamente indipendenti dalle situazioni relazionali da cui hanno avuto origine.

Il pregio dell’opera consiste nella divulgazione in forma estesa di questa innovativa e sorprendente esperienza. La storia, i presupposti teorici, le difficoltà incontrate, insomma l’intero racconto del percorso decennale viene arricchito da numerose esemplificazioni di casi, raccontati in prima persona dallo psicologo o dal medico, oltre che da dati numerici di tutto rispetto. A riprova dell’effettivo grado di collaborazione raggiunto, il libro raccoglie il contributo scritto dei medici che hanno preso parte all’iniziativa, offrendo lo spazio per il loro punto di vista. E dalle loro parole si scopre che un confronto tanto ravvicinato e una collaborazione così stretta hanno permesso di superare le difficoltà iniziali dovute alle differenze tra le due discipline e di scavalcare la convinzione secondo cui possono esistere pazienti “organici” e pazienti “da psicologo”.

Attualmente si stanno cercando le risorse affinché questa esperienza volontaria e inquadrabile nel contesto a termine della formazione specialistica post laurea diventi una realtà lavorativa retribuita e riconosciuta a tutti gli effetti, affinché questo progetto possa rappresentare un fenomeno precursore più che solido per l’istituzione dello psicologo di base.

“Non esistono malattie ma malati” recitava un vecchio slogan della medicina negli anni ’80. Forse noi oggi potremmo aggiungere: “non esistono sintomi ma persone”.

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