Adagiato

Adagiato m’inerpicasti dal tuo grembo
Un vagito molteplice
Ineffabile alla comprensione umana
Producesti una vigilanza sconfinata
A passeggio per i santuari di maggio

La melodia delle creature intona 

La perfetta dizione del verbo 
Sotto forma magari di coccinella sul viso 
O l’ardire del picchio
Che scandisce il corso 

Sopra l’insurrezione del multiverso 
Imitata la processione iperuranica

Di divinità senza padrone 

Indecisa tra la celebrazione casta

O lo sproloquio dei sensi

Compone romanzi d’amore

Ineffabili

Come la cerimonia di nubi

Che rintocca gocce versate

In omaggio all’ardore

Di urgenti fragranze.

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