Quando arrivi Strapazzi le vesti alle fanciulle in fiore Spettini l’animo con la carezza del risveglio Mitighi l’arroganza del sole Con l’equilibrio dei tuoi sospiri Alla cui luce estorci una sensata ingordigia. Accolgo il tuo invito alla cerimonia dell’inizio Dico festa ai rintocchi dell’abbondanza.
Il sotterfugio dei sensi imbandisce un focolare ardente agli spiriti del vento che vagiti d’abbondanza riversano copiosi.
Incuti una vertigine assetata D’ambra vagiti E la navigazione indiscussa dei cieli
In più avevi il rimmel sulle ciglia e le labbra dipinte Io mi chiesi chi amavo mentre, genuflettendomi al cospetto dei tuoi occhi grondava sul mio capo chino il Portorotondopensiero lineare e sofferto come un parto pilotato. Per parlare io dovetti scendere le palpebre calare il sipario sui paesaggi mondani…