Tu
Occhi brillanti
Presi di sbieco
Tra l’avvocato e la madre
Io
Preghiera
Al Dio dei risvegliati
Di sussurrarti il canto
Che mi stona in gola,
come sarà l’amore semplice
che schiude ai giusti il paradiso?
Forse zitto
Profumato d’ibis e verbena
Toccato da un Angelo
Con pelle nuda e labbra turgide.
Forse giallo
Come il sole del parco
Quando i platani fanno il verso
All’ultimo giorno d’inverno
Al primo giorno da single
Ai tamburi degli hippy
Datati trent’anni
Al chiloom dei persi, folclore metropolitano,
sparso intorno ai tuoi versi
apoteosi di un sogno
spinto a forza lungo i binari morti dell’ordinario.
Vola
Occhi brillanti
Rizza l’incanto di viscere infanti
e il molteplice battito, oltre la soglia.
Io, lì od altrove,
respirerò fondo
per conferire leggerezza
alla palude estinta dei giorni andati.