Il metodo terapeutico
Il mio metodo terapeutico opera secondo un approccio integrale che offre benefici sia a livello dei problemi fisici che emotivi, psicologici e psico-spirituali.
Le sessioni individuali della durata di 50 minuti si svolgono solitamente di persona ma possono anche essere tenute via Skype. L’esperienza ha dimostrato, dopo le prime perplessità, che l’efficacia terapeutica delle sedute online è invariata e i vantaggi logistici, economici ed ecologici indiscutibili.
Per fissare un appuntamento telefonare allo 028393306 o allo 02 45481288 oppure inviare una mail a biotransenergetica@gmail.com
Sono anche disponibile per brevi colloqui informativi gratuiti via Skype
Per dare un’idea delle garanzie di affidabilità del metodo terapeutico offerto possiamo considerare quanto segue:
Medicina Integrale
Ogni sintomo viene visto nella sua totalità, un problema fisico è anche, energetico, emotivo, mentale e spirituale. In questo modo abbiamo a disposizione molte più risorse per affrontarlo indipendentemente dagli strumenti impiegati che potranno essere di volta in volta: la psicoterapia transpersonale e la biotransenergetica affiancate da presidi medici naturali come l’omeopatia e la fitoterapia, l’agopuntura e l’iridologia.
Per approfondire vai al seguente link: medicina integrale
Psicoterapia Transpersonale
Ogni malessere interiore, ogni conflitto, sintomo o disturbo psicologico non è semplicemente un problema mentale ma un’opportunità evolutiva, una risorsa da comprendere e utilizzare per migliorare se stessi e l’ambiente che ci circonda.
Per approfondire vai al seguente link: medicina integrale
Biotransenergetica
L’esperienza clinica di 35 anni maturata in oltre 35.000 ore di pratica terapeutica e didattica mi ha consentito di sintetizzare gli strumenti e i metodi che più mi sono sembrati efficaci in una metodologia organica chiamata Biotransenergetica. Sue caratteristiche principali sono la padronanza dell’esperienza interiore, degli stati di coscienza e del mondo degli archetipi intesi come qualità e potenzialità.
Per approfondire vai al seguente link: Biotransenergetica
Quali patologie?
Prima di affrontare a questione patologie possiamo considerare quanto segue:
La cura è un processo integrale
Ogni processo di cura che si rispetti secondo la visione proposta dovrebbe occuparsi della persona a livello integrale e non della sua patologia.
L’organismo è in grado di guarire
La scienza della complessità ci dice che il nostro organismo è un sistema complesso, di sottosistemi interconnessi, in armonica interazione che sono dotati della capacità di auto-organizzazione, questo significa che è in grado di guarire se esistono le condizioni giuste.
Ogni malattia è un’opportunità
Una volta chiarito che ogni disturbo è un’opportunità per realizzare pienamente se stessi e realizzare un autentico benessere integrale (per approfondire vai al link benessere integrale).
La guarigione è un effetto collaterale
Guarire significa creare le giuste condizioni, fare la cosa giusta. Questo coinvolge la nostra responsabilità individuale, il modo col quale rispondiamo alla vita e utilizziamo gli strumenti terapeutici che ci vengono messi a disposizione.
Il processo terapeutico è trasformazione
Questo significa che per guarire bisogna essere disposti a cambiare. La guarigione non è mai tornare come prima, ma diventare diversi, cioè più vicini a noi stessi, a ciò che siamo veramente.
Ora possiamo affermare che l’approccio terapeutico proposto è in grado di affrontare e migliorare o aiutare a risolvere i seguenti disturbi.
Disturbi Psicologici
Disturbi d’Ansia
L’ansia è un’emozione sana se emerge in caso di situazioni stressanti o potenzialmente pericolosi in quanto ci invia un segnale di allarme. L’ansia è energia libera a disposizione per prepararci all’azione. Diventa patologica quando, accompagnata da uno stato di costante preoccupazione ci porta a rimuginare incessantemente sul passato a cercare di controllare il futuro, si associa a pensieri negativi, a paura di perdere il controllo, pervade la nostra vita, limita le nostre scelte e azioni nel mondo. L’attacco di panico è la forma più nota di ansia patologica. Atre condizioni patologiche sono i disturbi ossessivo compulsivi e le fobie in genere, come l’agorafobia, la claustrofobia e la fobia sociale, i disturbi d’ansia generalizzati, i disturbi post- traumatici o acuti da stress, così come anche i disturbi d’ansia indotti da sostanze o dalla loro mancanza.
Disturbi del Controllo degli Impulsi
Tutti noi abbiamo degli impulsi ai quali non sappiamo resistere, si pensi al fumo di sigaretta, al bicchiere di vino, al cibo preferito, oppure più banalmente alla tentazione di controllare la nostra pagina facebook o il nostro cellulare. Si parla di disturbo di controllo degli impulsi quando, come per il caso dell’ansia, queste tentazioni si fanno frequenti e intense al punto da interferire con le nostre attività quotidiane. Pensiamo agli impulsi più comuni come quello di mangiarsi le unghie o masturbarsi, fin a quelli più gravi come rubare oggetti, accendere fuochi o provocare esplosioni, fino a quelli più bizzarri come vestirsi da donna (per un uomo) , mostrarsi nudi o mangiare le proprie feci. In tutti i casi l’impulso è talmente forte da creare una forte tensione che si placa solo dopo avere ceduto alla tentazione, una tentazione da risultare irresistibile e che dopo la prima fugace sensazione di piacere e appagamento lascia il posto a vergogna, paura e senso di colpa. I più comuni disturbi di questa categoria sono: cleptomania, piromania, onicofagia, tricotillomania e shopping compulsivo.
Disturbi del Sonno
Anche nel caso di questa categoria di disturbi ci sono casi ne quali una certa insonnia e fisiologica. Si pensi alla fatidica notte prima degli esami o alla notte prima del proprio matrimonio, o dell’inizio di una scuola o di un’attività importante. Quando l’evento sporadico si fa frequente e invalidante viene considerato patologico. Si parla allora di dissonnia se il disturbo riguarda la quantità e la qualità del sonno oltre che dal ritmo e di parasonnie quando le anomalie riguardano il ritmo sonno/veglia e del sogno. Altri disturbi del sonno vengono considerati i seguenti: ipersonnia, narcolessia, sonnambulismo, incubi notturni, pavor nocturnus, bruxismo, sindrome delle gambe senza riposo, enuresi notturna, apnee notturne.
Disturbi Alimentari
Tutti quanti noi abbiamo momenti di inappetenza e attacchi di fame improvvisa, si parla di disturbi alimentari quando l’astinenza da cibo o il suo eccessivo consumo raggiungono livelli elevati e costanti interferendo con la percezione del corpo e le sue dimensioni o diventando un ossessione intorno alla quale ruota ogni pensiero. E’ il caso dell’anoressia e della bulimia nervosa nei quali la persona, donna nel 90% dei casi, cerca di esercitare un controllo sul proprio peso finendo per istaurare un circolo vizioso per il quale più si dimagrisce più ci si sete sovrappeso. Altri disturbi alimentari sono: Obesità, vomiting e binge eating.
Disturbi dell’Umore
Chi non vive momenti di tristezza e depressione alternati a momenti di felicità, eccitazione o euforia. Si parla di disturbi dell’umore quando gli stati d’animo arrivano a persistere fino ad interferire con la vita sociale, lavorativa e affettiva. I fattori in gioco spesso sono multifattoriali, ereditari, familiari, psicodinamici, biologici, sociali, culturali, ambientali, comportamentali. I classici sintomi depressivi sono caratterizzati da cattivo umore, pensieri negativi, mancanza di interesse e di energia, ansia, indecisione, perdita di iniziativa, assenza di libido, autosvalutazione, sensi di colpa, i, difficoltà a concentrarsi, confusione mentale, sfiducia, per giungere a idee suicidarie. Oltre alla depressione maggiore troviamo i disturbi bipolari le ciclotimie, le distimie e la depressione post partum.
Disturbi di Personalità
Definire un disturbo della personalità è una faccenda delicata in quanto coinvolge fattori culturali, sociali, politici, etici, oltre che prettamente clinici.
Nelle antiche società tribali la trasgressione ad un tabù poteva portare il soggetto a malattia o morte, nella nostra società sono ancora molti i comportamenti socialmente disapprovati che creano nella persona gravi disagi.
Dal punto di vista prettamente clinico possiamo dire che per personalità si intende l’insieme dei modi e dei comportamenti di un individuo e che si parla di disturbi di personalità quando questo insieme di modi e comportamenti risulta disfunzionale. Sono molti gli autori che hanno classificato tali disfunzioni secondo mappe e modelli. Volendo trovare un denominatore comune possiamo dire che si tratta di modi e comportamenti inadeguati al contesto caratterizzati da cronicizzazioni, rigidità, incapacità di adattamento e relazione tali da provocare nella persona che li vive profonda sofferenza e disagio. Volendo specificare possiamo prenderne in considerazione i più comuni.
Disturbo Schizoide: distacco emotivo, freddezza, indifferenza, stranezza ed eccentricità, disinteresse per gli altri, per la ricerca del piacere o l’intimità sessuale, passività, non curanza del giudizio o dell’approvazione altrui, assenza di emozioni e incapacità ad esprimerle, chiusura, ritiro dal mondo, distanza.
Disturbo Schizotipico: la caratteristica principale è legata ad un’alterazione nella percezione e nella cognizione. Solitamente la persona è convinta di avere speciali poteri magici, di potere influire sul mondo e sugli altri grazie a doti paranormali o a particolari comportamenti modi di pensare strani. Ha difficoltà a relazionarsi col mondo, parla spesso per metafore e risponde in modo evasivo, è ansioso e diffidente, tende a costruire legami e connessioni tra gli eventi in modo arbitrario, bizzarro e spesso paranoico.
Disturbo borderline: Instabilità, impulsività, imprevedibilità, drammaticità, incapacità di stare soli, terrore di essere rifiutati o abbandonati, senso di inutilità e autosvalutazione, idealizzazione, depersonalizzazione, abuso di sostanze, alterazioni dell’umore e della percezione di sé, frequenti esplosioni di rabbia seguiti da sensi di colpa e vergogna, attaccamento morbosi agli altri, umore depresso e instabile, ideazione paranoide, automutilazioni e tendenze suicidarie, depersonalizzazione, alterazioni nella percezione corporea.
Disturbo Dipendente: questa condizione viene anche definita orale. Bisogno estremo di essere accuditi, sorretti, consigliati, protetti. Incapacità a prendere decisioni da soli, sfiducia in se stessi e nelle proprie capacità, paure immotivate di essere abbandonati, mancanza di iniziativa, impossibilità ad assumersi la responsabilità, ad esprimere le proprie opinioni, a sostenere i contrasti. Tendenza a sopportare i soprusi e le prevaricazioni, a evitare relazioni sociali, chiusura in se stessi, pensieri negativi.
Disturbo Paranoide
Una frase tipica per render l’idea del disturbo paranoide è: Il palo mi è venuto addosso.
Il soggetto paranoide ha l’idea fissa che il mondo sia minaccioso, che gli altri ce l’abbiano con lui, che gli siano ostili che si prendano gioco di lui, che se ne approfittino. L’atteggiamento è sospettoso, spesso bizzarro, polemico, ostile e litigioso, permaloso e guardingo. Il soggetto tende a nutrire risentimenti e gelosie e a non fidarsi di nessuno facendo affidamento solo su se stesso. Ne risulta una grande difficoltà di relazione con gli altri e uno stato di perenne travaglio interiore che non trova pace.
Disturbo Ossessivo: atteggiamento rigido e inflessibile, bisogno di tenere tutto sotto controllo, perfezionismo, attenzione strema all’ordine e alla pulizia, tendenza a pianificare, seguire regole e protocolli, avarizia, attaccamento al denaro e alle cose. Intolleranza nei confronti delle idee altrui, disagio verso i cambiamenti e tutto ciò esce dagli schemi. Inadeguatezza nei confronti delle situazioni affettive, freddezza e formalismo nei rapporti umani, incapacità a provare piacere e a godere i momenti belli della vita.
Disturbo Istrionico: incessante bisogno di essere al centro dell’attenzione, e sedurre con atteggiamenti sensuali e provocanti. Fragilità emotiva, estrema suggestionabilità, volubilità modalità espressive teatrali, drammatiche. Tendenza ad esagerare, a mitizzare fatti e persone, tendenza alla promiscuità sessuale peraltro insoddisfacente, è più importante l‘essere visti, la conquista e la seduzione che non la relazione, che viene consumata rapidamente e senza coinvolgimento.
Disturbo Narcisistico: egoismo estremo, nessun interesse verso gli altri, mancanza di empatia e di sensibilità, manipolazione dell’atro per i propri fini senza alcun rimorso. Autoesaltazione e autocelebrazione, manie di grandezza, senso di superiorità che maschera un profondo senso di inferiorità. Senso di unicità, di essere speciali, di meritare trattamenti di riguardo, di potere essere compreso da pochi, intolleranza alle critiche. Impossibilità ad amare, ad instaurare relazioni stabili. Estrema sofferenza in caso di mancata considerazione o attenzioni speciali.
Disturbo Sociopatico: spiccata e generalizzata incapacità ad accettare qualsiasi forma di regola ad adattarsi alle leggi e alle convenzioni sociali, tendenza a trasgredire e a violare la legge con atti distruttivi contro persone o cose. Estrema aggressività, irritabilità, impulsività, mancata considerazione dell’altro, nessun interesse per la convivenza civile, mancato rispetto per la collettività e di principi etici.
Disturbi sessuali
Ovunque ci si rivolga, la vita sembra inevitabilmente coincidere, con quel principio sessuale che anima tutte le cose.
Un principio che non si riduce alla componente sessuale più propriamente intesa, ma esprime, più in generale, l’ardore, la forza, lo slancio, la passione, il desiderio, la ricerca che conduce all’incontro dei complementari, alla coincidenza degli opposti in un’unità che li trascende.
Un principio ben definito dalla metafora del fuoco in quanto contiene in sé una forza dirompente e ambivalente la quale divampa se non controllata ma che, allo stesso tempo, non può essere repressa. Una forza che insegna a fluire nella vita con fiducia e consapevolezza, la fiducia necessaria per un si totale e incondizionato, la consapevolezza dovuta per padroneggiarla senza opporvisi.
Una forza che, per sua stessa natura, richiede il comportamento paradossale di controllare lasciando fluire, di affidarsi per dirigere, in un costante dialogo partecipativo con l’altro e con l’ambiente che ci circonda.
Da questa premessa si comprende come i disturbi psicosessuali siano caratterizzate da dinamiche psicologiche che coinvolgono la vita dell’individuo a largo spettro e non sono limitate alla sfera sessuale propriamente detta.
In un’ottica integrale di fronte ad un disturbo della sessualità è importante potere escludere cause fisiologiche come carenze ormonali, assunzione o abuso di farmaci o specifiche patologie fisiche.
Lo spettro dei disturbi psicosessuali è ampio e comprende:
Disturbi del desiderio sessuale: calo, assenza, avversione o eccesso (Ninfomania e Satirismo)
Disturbi dell’eccitazione sessuale: frigidità o impotenza
Disturbi da dolore sessuale: vaginismo e dispareunia
Disturbi dell’orgasmo: eiaculazione precoce oppure ritardata/problematica o anorgasmia
Disturbi dell’identità di genere: quando la persistente e inequivocabile sensazione di appartenere al sesso opposto crea problemi di identità e accettazione
Perversioni o deviazioni sessuali: Feticismo, Voyeurismo, Esibizionismo, Pedofilia, Masochismo, Sadismo, Apotemnofilia (attrazione fisica per partner con menomazioni fisiche), Coprofilia (eccitazione sessuale al contatto con gli escrementi), la Fobolagnia (eccitazione sessuale che si innesca solo in luoghi o situazioni pericolose per se stessi o per il partner), la Gerontofilia (attrazione sessuale nei confronti di persone molto anziane).
Disturbi psicosomatici
Con le premesse fatte precedentemente risulta chiaro che tutte le patologie possono essere considerate psico-somatiche nel senso che tutte coinvolgono necessariamente la totalità del nostro organismo dal momento che mente e corpo non sono separabili ma interconnessi.
Classicamente però si identificano come disturbi psicosomatici quelle malattie che comportano danni a livello organico e che sono evidentemente e direttamente causate o aggravate da fattori emozionali.
Emozioni cosiddette distruttive come la paura, il risentimento, il rimpianto e la preoccupazione, così come i pensieri negativi, angosciosi, ossessivi possono rompere il fragile equilibrio del sistema nervoso autonomo mantenendo uno stato di continua allerta che obbliga il sistema simpatico ad uno stato di incessante eccitazione e il corpo ad una condizione di emergenza continua.
Questo stato di allarme, di stress cronico può portare ad esaurimento la funzionalità degli organi più deboli, cosiddetto bersaglio.
Lo spettro dei disturbi psicosomatici e ampio e comprende:
Disturbi dell’ Apparato gastrointestinale: gastrite psicosomatica, colite spastica psicosomatica, ulcera peptica.
Disturbi dell’Apparato cardiocircolatorio: tachicardia, aritmie, cardiopatia ischemica, ipertensione essenziale.
Disturbi dell’Apparato respiratorio: asma bronchiale, sindrome iperventilatoria
Disturbi dell’Apparato urogenitale: dolori mestruali, impotenza, eiaculazione precoce, anorgasmia, enuresi.
Disturbi dell’Apparato cutaneo: psoriasi, acne, dermatite, prurito, orticaria, secchezza della cute e delle mucose, sudorazione profusa.
Disturbi dell’ Apparato muscoloscheletrico: mal di testa, crampi muscolari, stanchezza cronica, torcicollo, fibromialgia, artrite, dolori al rachide, cefalea nucale.
Disturbi del comportamento alimentare: anoressia, bulimia, binge eating.
Emergenze spirituali
La psicologia transpersonale ritiene che molte delle esperienze disturbanti che causano problemi psicologici non siano segni di psicopatologia ma il risultato di trasformazioni spirituali. Le crisi psicologiche, spesso, sono in realtà delle esperienze di risveglio spirituale caratterizzate dall’emergenza di quel nucleo intimamente sano, presente in ciascun essere umano. Determinante in questo senso fu il contributo di Christina e Stan Grof, così come le ricerche di Bragdon e Lukoff grazie alle quali nell’ultima versione del DSM-V (Diagnostic and Statistical Manual) venne inclusa la categoria Problemi Psicospirituali”.
Per approfondire vai al seguente link: esperienze transpersonali
«Lo spettro esperienziale delle emergenze spirituali è estremamente ricco: comprende emozioni intense, visioni e altri mutamenti della percezione, processi mentali insoliti, come pure vari sintomi fisici che vanno dai tremori alla sensazione di soffocamento».
Le emergenze spirituali che si scatenano in seguito alle navigazioni nella dimensione transpersonale ci svelano un mondo di una ricchezza immensa, infinitamente più complesso di quanto la nostra mente ordinaria possa concepire.
Quando le limitazioni della coscienza ordinaria vengono a cadere, quando i confini della logica e del controllo razionali vengono varcati, saltano le categorie di spazio e tempo, smettiamo, come ricorda Alan Watts, di “identificarsi con l’io racchiuso nella pelle” ci possiamo trovare altrove ed ovunque, possiamo diventare chiunque, sentire come sente una pianta, ruggire come un leone, identificarci con popoli interi, antenati o nelle praterie sconfinate dell’essere e ad ogni Ulisse che voglia navigare oltre le colonne d’Ercole può capitare di perdersi ed impazzire, oppure girare a vuoto per gli oceani, le anticamere dell’immaginario inquinate dalla spazzatura informazionale del villaggio globale, ma questo non significa necessariamente delirio o mitomania, ossessione o fervida fantasia.
Molto spesso si tratta di virtù. Non è affatto facile, infatti, fare esperienza di fenomeni quali l’inversione del tempo, la discesa negli inferi, l’incontro con la luce, il vuoto, l’inconoscibile, l’orgasmo cosmico, il doppio, la materializzazione, l’incorporazione e riadattarsi alla propria vita di tutti i giorni come se nulla fosse successo.
Molto spesso, se ci si spinge troppo oltre, per continuare a vivere bisogna dimenticare o ricordare a piccole dosi. Quando l’operazione non riesce ed il nostro Io o Sé personale non riesce a adattarsi agli scossoni troppo bruschi infertilii dal Sé transpersonale si entra in crisi. Una crisi benedetta che ci apparirà maledetta fino che non ne saremo fuori.
Ecco allora l’utilità dell’intervento dello psicologo transpersonale identificabile a questo punto come il mentore, il maestro interiore od esteriore che sia, il Virgilio che potrà condurci oltre la soglia della morte verso una nuova rinascita, fuori a rivedere le stelle.
Le categorie di emergenze spirituali
Tipicamente le crisi di trasformazione sembrano intervenire in quella fase dello sviluppo personale nella quale l’individuo ha relativamente soddisfatto i bisogni secondari e comincia ad avvertire l’emergenza dei bisogni terziari legati alla realizzazione del Sé e al rispetto della propria natura più vera che molto spesso contrasta con le istanze dell’io. In molti casi l’emergenza spirituale si scatena in seguito ad esperienze particolarmente forti o traumatiche che innescano un processo latente che si preparava da molto tempo.
Si può trattare di un fattore fisico come una malattia, un’incidente, un’operazione, uno sforzo fisico prolungato, la mancanza di sonno o il digiuno, un parto o un’interruzione di gravidanza. Si può trattare di un’esperienza emotiva come la perdita di una relazione affettiva importante, la morte del coniuge o di un figlio, il divorzio o la fine di un amore, oppure la perdita di un bene materiale come un fallimento, un licenziamento, un crollo della borsa.
Per altri la crisi evolutiva può manifestarsi dopo un’esperienza interiore significativa come una seduta psicoterapeutica particolarmente profonda, l’assunzione di una sostanza psichedelica o enteogena, una pratica spirituale troppo rigorosa. Lo psicologo transpersonale si caratterizza o dovrebbe caratterizzarsi come quella figura in grado di riconoscere al di sotto del motivo scatenante la complessità del processo evolutivo in corso.
Processo evolutivo che è sempre personale ma che può rivelarsi attraverso forme raggruppabili in alcune categorie specifiche che i coniugi Grof indicano nelle seguenti:
- Crisi sciamanica
- Risveglio della Kundalini
- Episodi di coscienza unitiva
- Rinnovamento psicologico, crisi di apertura psichica
- Esperienze di vite passate
- Comunicazioni con spiriti guida e channeling
- Esperienze in punto di morte
- Esperienze di incontri ravvicinati con UFO
- Stati di possessione
Per approfondire vai al seguente link: emergenze spirituali
Percorsi evolutivi
Come è facile comprendere da quanto esposto finora l’approccio e gli strumenti proposti si prestano ad accompagnare chiunque in un percorso evolutivo partendo da una motivazione che non sia necessariamente dovuta ad un disturbo, un problema o una patologia ma che ricerchi un pieno sviluppo delle proprie potenzialità, un pieno rispetto della propria natura, una piena realizzazione di Sé. A questo fine è importante considerare le posizioni psicodinamiche.
Le Posizioni psicodinamiche
La psico-dinamica, rappresenta il perno intorno al quale ruotano molte concezioni psicologiche cliniche e psicoterapeutiche. Diversi studiosi della materia hanno elaborato teorie circa lo sviluppo della personalità e le patologie correlate al suo arresto nelle varie fasi evolutive.
Ed è proprio da queste teorie che muovono i loro passi le moderne scuole di pensiero psicoterapeutico a indirizzò psico-dinamico.
Personalmente ritengo che l’individuazione della psico-dinamica di una persona possa aiutarci e aiutarla nella disidentificazione, favorendo l’accesso dell’osservazione a livello delle sue strutture profonde.
Chiamo matrici personali o organismiche le posizioni caratteriali ( che coincidono in buona parte con quelle indicate da W.Reich) psicodinamiche che una persona può presentare nel corso della sua esistenza in modo cronicizzato o episodico.
Le matrici personali
La descrizione delle matrici personali o organismiche responsabili delle diverse strutture caratteriali che Reich ha elaborato, partendo da una concezione energetica, si caratterizza come una griglia di lettura particolarmente utile per fotografare dove un individuo si trova.
Ogni dinamica dipende, oltre che dal tipo di rapporto madre-figlio, anche dalla fase della vita nella quale si sono vissute le esperienze traumatiche che hanno portato al blocco energetico e di conseguenza allo strutturarsi del sistema difensivo.
Esse si definiscono nei seguenti termini:
- Posizione schizoide
- Posizione orale
- Posizione masochista
- Posizione psicopatica
- Posizione rigida
- Posizione Genitale
- Posizione Transpersonale
A queste matrici personali di ordine difensivo, va aggiunta la matrice corrispondete alla ‘personalità sana’. il carattere genitale, e la matrice o posizione transpersonale per mettere l’accento, oltre che sulla sanità, anche sulla piena realizzazione di sé. L’ipotesi è che ogni posizione successiva rappresenti una possibilità di maggior energia, minor identificazione, maggior consapevolezza.