Respiro: il maestro interiore

Quando tutto scompare è il respiro che rimane, quanto stiamo resistendo alla vita è il respiro a ricordarci di lasciare andare, quando stiamo bloccando un emozione è il respiro che ci offre la possibilità di un suono liberatorio, quando ci sembra di non avere più vie d’uscita è il respiro a ricordarci: tutto va e tutto viene

Ad uno sguardo distratto sembra che l’esterno sia fuori e l’interno sia dentro, sembra che il confine separi, sembra che questo sia questo e quello, quello. Ma lo zen ci ricorda: questo è quello, il tao ammonisce: nella luce l’ombra nell’ombra la luce, la tradizione ermetica afferma: così in alto come in basso e il buddismo suggerisce: vai oltre la mente, oltre il velo dell’illusione (maya) e coglierai l’unità di tutte le cose. Alla mente ordinaria tutto ciò appare incomprensibile e non si rende conto che la sua inveterata tendenza a separare per comprendere contiene in se il seme di ogni patologia.

Infatti a esiste di vivo che non colleghi ciò che è separato o non separi ciò che è unito, a esiste in natura che non fluisca unificando. E il nostro respiro ce lo ricorda, adesso, qui e sempre fin che vita sarà. Ce lo ricorda 25.920 volte al giorno nel suo ciclico ed incessante andare e venire, portare dentro ciò che è fuori, portare fuori ciò che è dentro. Ce lo ricorda 18 volte al minuto invitandoci a prendere ciò che è buono con l’ispirazione e a lasciare ciò che non ci serve più con l’espirazione.
Ben lo sanno i bambini asmatici costretti a chiudere i propri bronchi per non lasciarsi invadere da un aria di casa che non vogliono respirare. Ben lo sapevano gli antichi i cui idiomi usavano uno stesso termine per indicare respiro e anima o spirito; è il caso dei latini dove spirare (respirare) e spiritus (spirito) coincidono, oppure dei greci per i quali psiche significa respiro e anche anima, oppure dei germanici dove atmen (respirare) è parente stretto del sanscrito atman (sé, spirito, essenza).

Per gli indiani una persona che ha raggiunto la perfezione viene chiamata Mahatma, che significa letteralmente “grande anima” e anche “grande respiro, mentre il prana è respiro e anche forza vitale. Nella Bibbia stessa la creazione dell’uomo avvenne col soffio divino. Per il taoismo cinese le nozze del fuoco (Qi, respiro, energia vitale, mente) con l’acqua (jing, liquido seminale, pulsione sessuale) produce il jing-Qi o corpo sottile, l’embrione che nasce da sé. Nel Buddismo tibetano si definisce la durata della vita in base al numero di respirazioni che ogni essere umano, dalla nascita, ha a disposizione: di conseguenza i Lama imparano a rallentare e prolungare la respirazione, come pratica di lunga vita.

Anche la scienza occidentale sa che tutto è pulsazione e ritmo … dal cuore degli atomi …al nostro respiro … alla vita degli astri!

La moderna ricerca sugli stati di coscienza insegna che a diversi ritmi respiratori corrispondono diversi stati di coscienza che possono essere richiamati attivando il ritmo corrispondente. Ad esempio il respiro veloce e profondo, permette di avere una maggiore consapevolezza del piacere, il respiro più lento serve ad integrare al massimo una condizione di benessere, il ritmo veloce e superficiale, al contrario, permette di percepire meno una condizione di dolore.

La respirazione è inoltre strettamente e direttamente collegata al flusso dei pensieri che attraversano la mente.
Respirando lentamente e profondamente, dentro di sé tutto rallenta, fino a creare spazi di vuoto mentale. Allo stesso modo la respirazione ci ricorda in ogni istante la connessione con il tutto, il contatto con ciò che è fuori di noi; per quanto ci si voglia isolare il respiro ci tiene in costante ed incessante comunicazione con il mondo, respiriamo la stessa aria del nostro nemico e del nostro più grande amore, di chi amiamo o di chi detestiamo.

Contrariamente a quanto si possa pensare è il polmone il nostro maggior organo di contatto, mentre infatti la superficie della nostra epidermide misura soltanto un metro quadrato o due il nostro polmone possiede una superficie interna di circa settanta metri quadrati, tutti direttamente in contatto con il mondo esterno.

Respiro soffio vitale, anima, spirito, ma soprattutto respiro come metafora del maestro interiore, se ascoltato parla forte e chiaro e parla in ogni istante, di fronte alla molteplicità dei problemi della vita… la soluzione è sempre la stessa per tutti: lascia tutto e seguimi, se non farai del due l’uno non entrerai nel regno.

Pierluigi Lattuada

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