Sarò breve:
Prediamo in considerazione le categorie citate da Ken Wlber: pre-personale, personale, transpersoale, extrapersonale.
Nella sua articolata trattazione a proposito di quello che chiama l’errore pre/trans Wilber4 si rifà a Hegel e Aurobindo, ad Aristotele e Teillhard de Chardin per definire la direzione evolutiva del mondo lungo una linea che procede da più bassi a più alti livelli d’organizzazione caratterizzati da un aumento di complessità e consapevolezza. Per Hegel e per la filosofia perenne più in generale la storia dell’evoluzione è la storia dell’auto-realizzazione dello spirito, quel processo per il quale “Lo Spirito conosce Se stesso in forma di Spirito”.5 Si tratta di una sequenza di sviluppo descritta da Hegel in tre stadi che si snodano attraverso i piani della natura, dell’umanità e della divinità. Tre stadi che coincidono con quelli che Wilber definisce dal punto di vista psicologico come: prepersonale, personale e transpersonale. Il prepersonale o inconscio è quello che Hegel considera il piano della natura dove lo spirito si auto-aliena nella materia, il piano delle sensazioni e percezioni corporee; il personale è per Hegel il piano nel quale lo spirito ritorna allo spirito superando l’auto-alienazione attraverso l’auto-coscienza, il luogo dell’io, della coscienza mentale, razionale; il transpersonale è nella visione hegeliana il piano nel quale lo spirito riscopre se stesso come spirito, il luogo della divinità, del superconscio.
La differenza tra contenuti transpersonali e contenuti extrapersonali, è invece più sottile.
La linea di confine tra i due sembra disporsi sulla soglia del sacro. Questo significa che diversi fenomeni apparentemente simili sono invece espressione di un piano di coscienza diverso, definiti da una atteggiamento sacro o profano.
Uscendo dall’ambito psicologico per azzardarci in quello psicopolitico possiamo interrogarci dapprima su cosa si intenda per politica.
La bassa politica di casa nostra ci ha abituati a confondere la politica con l’arte di conquistare le preferenze e tutelare gli interessi di una parte più o meno vasta dell’elettorato.
La politica invece dovrebbe coincidere con quella ben più sottile capacità di trasformare le preferenze degli elettori e di spingerli persino a reinterpretare i loro propri interessi, riflettendoci sopra fino a persuadersi e accettare misure che sembrano contraddire nel breve termine sia le loro preferenze che i loro interessi … tenendo conto e molto dell’interesse generale e del futuro, no solo della propria bottega oggi.
Pre-personale
Una visione pre-personale non si avvicina minimamente a un’argomentazione di questo tipo, occupata esclusivamente della propria sopravvivenza immediata. Stiamo parlando della legge della giungla, della logica del mors tua vita mea, di un sistema di pensiero primario, solitamente magico-superstizioso che vede un mondo animato da forze occulte da combattere tanto più nemiche quanto più diverse e di organizzazione socio-politca pressoché inesistente. Si pensi ai sistemi tribali concepiti nel loro versante peggiore di cui alcuni esempi attuali possono essere la Libia, l’Iraq, l’Afghanistan, la Somalia.
Personale
Lo sguardo personale limitato dall’ottusità narcisistica obbliga alla passione dell’egoismo e imprigiona nella morale del partito della pagnotta: a posto Io, a posto tutti.
Si tratta della bassa politica prima citata, quella che conosciamo molto bene grazie alla passerella mediatica sulla quale governo dopo governo, legislatura dopo legislatura è stata fatta sfilare da generazioni di volti senza vergogna di sé. La politica al servizio delle lobby, dei poteri forti, degli interessi particolari, delle leggi ad personam, del voto di scambio, dei patti elettorali, delle tangenti e dei finanziamenti illeciti, delle connivenze e dei favori, del durare a lungo facendo poco, per non scontentare nessuno. Si pensi ai tanti esempi diffusi ad ogni latitudine a partire dalle repubbliche delle banane su fino agli ultimi drammatici esempi di casa nostra.
Transpersonale
E venne Monti, chiamato dall’insuccesso della politica, venuto dall’economia, amato dalla finanza. Niente di peggio, direte voi, l’anticristo.
Una simile visione è altrettanto ottusa di quella dei pagnottari.
Torniamo alla parola chiave di una buona politica: trasformazione.
Una politica ad alto tasso trasformativo spinta dall’esagerazione nello slancio al cabiamento ha condotto alle poche rivoluzioni riuscite dei secoli scorsi e alle tante fallite di ogni epoca le quali avevano in comune pretese politiche ed ideologiche altissime per il bene della causa, dell’ideologia, del partito, delle masse, della fede e la promessa di un radioso futuro lontanissimo dopo un periodo di sacrifici e un po’ di fame.
L’epoca delle rivoluzioni continua nei paesi a sfondo pre-personale dove le condizioni di vita sono così disastrose da poter essere barattate facilmente con un po’ di speranza e il rischio della vita; appare improponibile nel panorama a tinte spiccatamente personali dell’occidente del terzo millennio.
Una politica a tasso trasformativo vicino allo zero, quella dei pagnottari descritti sopra, durare a lungo non facendo nulla, offrire un paio di scarpe o una pensione d’ invalidità in cambio del voto, allo stesso modo è destinata a fallire.
Che fare?
Bruciare i cassonetti? Occupare wall street, yes?
Ma intanto qualcuno deve fare abbassare lo spread e impedire a quegli stronzi dei rating di togliere le A, altrimenti sono guai ser per tutti e prima di tutti proprio per te che ti incazzi e sbraiti ma non sai che pesci pigliare.
Lo spread che scende fa molto meglio alle tue tasche che cento euro in più nella busta paga, una pensione sicura anche se tre anni dopo è una grazia che un gruppo di tecnici borghesi servi del sistema ( si sarebbe detto un tempo) ha conquistato per te, la credibilità internazionale è un investimento prezioso che la faccia di Monti, anche se non ha l’appeal di Che Guevara, ha speso non solo per se ma per il futuro dei tuoi figli.
Avere la stessa faccia dei potenti ma anche un cuore che batte in petto,
Fare la rivoluzione senza farla, giocare al gioco dei padroni del mondo per conferirgli un’anima, tenere la barra al centro nella tempesta in attesa che si plachi, come la notte, che diventa giorno senza farsi accorgere, in pieno stile transpersonale.
Che stia invecchiando?