Messaggio di Zarathustra alla comunità transpersonale

Nirmanakaya
-Io amo colui la cui anima è stracolma così che si dimentica di se stesso e in lui esistono tutte le cose.
-Ma cosa significa dimenticarsi di se stessi, non capisco.
-Significa essere come gocce pesanti che cadono singolarmente dalla nube scura che incombe sugli uomini. Annunciare così che sta arrivando la folgore e come messaggeri perire.
– Stai parlando di mettersi da parte?
-La grandezza dell’uomo è che è un ponte e non un fine: ciò che si può amare dell’uomo è che è un passaggio e un tramonto.
-Stai parlando di non attaccamento?
-Sto parlando di partorire stelle danzanti nel caos.
-In questo modo mi confondi. Dammi un riferimento, un modello, una visione con la quale guardare il mondo.
-Scaturisci folgore dalla tua nube oscura.
-Pensi che se guardassi il mondo con gli occhi della visione trans personale questo potrebbe aiutarmi a comprenderti?
-Transpersonale è una parola che si fa presto a pronunciare, come amore, fiducia, compassione, consapevolezza: il mare in cui può inabissarsi il tuo grande disprezzo.
-Si ma è anche una parola facile da comprendere, molto più delle tue metafore criptiche: Trans- personale, oltre la persona, oltre la maschera, il ruolo, il carattere. In definitiva oltre se stessi e i propri attaccamenti.
-Dove è la follia con la quale vaccinarti?
-Voglio dire che avere un modello interpretativo della realtà mi aiuta a sapere dove sono. In qualche modo tutte le tradizioni offrono modelli.
-Io amo colui che fa procedere le sue azioni da parole d’oro e che mantiene sempre più di quel che promette: perché vuole il proprio tramonto.
-Vuoi dire che le uniche parole che meritano di essere dette sono quelle che suggeriscono il silenzio?
-Io amo colui che non trattiene una sola goccia di spirito per sé, ma vuole essere completamente lo spirito della sua virtù.
-Tu parli di saggezza, io sono interessato a come raggiungerla, non pensi che il modello trans personale offra all’eroe in viaggio una buona mappa per orientarsi?
-Io amo colui la cui anima si dissipa, che non vuole gratitudine e che non la dà: perché regala sempre e non vuole conservarsi.
-Mi riferisco ai diversi modelli transpersonali tracciati per accompagnare la coscienza nella sua giornata evolutiva: penso al modello di Wilber che traccia un percorso scandito dalle fasi pre-personali, personali e trans-personali, oppure al modello di Grof che definisce quattro fasi evolutive del’esperienza interiore che delineano un processo dalle esperienze astratte a quelle biografiche, alle esperienze di morte e rinascita al grande oceano delle esperienze di ordine trans personali.
-Io amo colui che si vergogna quando il dado cade a suo favore.
-Tu mi parli della meta ma io sono interessato al viaggio. Non pensi che potrebbe essere utile alla società civile introdurre nel suo patrimonio culturale i concetti transpersonali del viaggio dell’eroe, il monomito come postulato da Campbell, oppure delle Spiral Dynamics proposte da Wilber?
-Io amo colui che della sua virtù fa la sua inclinazione e la sua sciagura.
-Mi sembra di capire che tu stia concordando con Wilber e con la sua teoria dei quattro quadranti. In sintesi essa vuole ricordare che non basta accedere alla conoscenza di sé ma è necessario anche comportarsi nel mondo come se realmente fossimo saggi, produrre una cultura e contribuire alla costruzione di una società che faccia della saggezza il suo punto di riferimento.
-Io amo coloro che non cercano dietro alle stelle un senso per tramontare ed essere vittime, ma che si sacrificano alla terra affinché un giorno la terra appartenga al superuomo.
Sambogakaya
Nella tradizione Tantrica del Buddismo Tibetano sono considerati tre tipi di conoscenza.
Nirmanakaya è la conoscenza che si può esprimere attraverso il linguaggio, la conoscenza trasmessa attraverso mappe e modelli, la più grezza e limitata come sa chiunque sia minimamente avvezzo all’esperienza interiore. Nirmanakaya è il dito che indica la luna.
Sambogakaya è la conoscenza raggiungibile attraverso l’esperienza, le situazioni della vita. Quelle situazioni che spesso la Vita, Dio, la Coscienza Suprema, la Regia del Cielo, il Caso, il Maestro, Il Sé o comunque lo si voglia concepire, ci presenta per offrirci lì’opportunità per un salto di coscienza. Sambogakaya è l’esperienza della luna.
Dharmakaya è la pazza saggezza, quella oltre la mente, quella del maestro illuminato, di Padhmasambava o Zarathustra. Dharmakaya è la vera natura della luna.
Nel nostro piccolo di eroi in viaggio, di esseri umani in rotta verso la dimensione trans personale: quale corda legata tra animale e superuomo, una corda tesa su un abisso; nel nostro piccolo dicevo, eccoci alle prese con la 11th EUROTAS Conference. Chi come organizzatore, chi come relatore, chi come partecipante, chi come sostenitore, a ciascuno il suo. Ciascuno al cospetto dell’opportunità che il Sé gli offre per mettere alla prova la sua capacità di andare oltre se stessi, l’agguato che il Maestro gli offre per sondare la sua “transpersonalità”.
In fondo siamo una comunità, un cerchio, una tribù virtuale che “semel in anno” si trasforma in reale. Una comunità fatta di sguardi e parole, gesti ed emozioni, comportamenti e pensieri, di carne e di ossa.
Una comunità che può misurare guardandosi negli occhi, tenendosi la mano, osservandosi esistere il proprio grado di fiducia e compassione, amore e responsabilità. Una comunità che di fronte ai propri bisogni e desideri, paure e aspirazioni, esigenze e convinzioni può cogliere l’opportunità di scomparire a se stessa e scegliere la vera natura della luna: il coraggio di aprire le porta alla condivisione, di osare l’unità.
Dharmakaya
Una comunità che può produrre cultura e saggezza e che potrà farlo partendo dai piccoli gesti quotidiani, quei piccoli gesti che vanno oltre se stessi, i propri protagonismi e le proprie convinzioni, le proprie simpatie o antipatie, i propri interessi o calcoli personali, oltre il giudizio e le proprie identificazioni, in una parola: Oltre la Mente
P. L. Lattuada

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