Il Modello Transpersonale P. L. Lattuada M.D., Ph.D

Il primo passo per liberarsi dalla trappola è quello di riconoscere la trappola (Rumi)
La Visione
La Visione Transpersonale ci parla di un modo di stare nel mondo e fare le cose che va oltre le apparenze e che, in quanto tale, appartiene al viaggio eroico di chiunque in rotta verso casa, attraverso valli di passione e ignoranza, vette di intuizioni e slanci di cuore, notti dell’anima e infiniti risvegli, morti e rinascite, semplicemente si riconosce nell’umile tentativo di liberarsi dalla propria storia personale e abbeverarsi alla sorgente dell’essere (che alcuni chiamano Dio, altri Sé, altri cuore).
Una via la cui prassi è tracciata da linee guida quali: consapevolezza, sinergia, condivisione, risonanza, interconnessione, natura­lezza, rispetto, ascolto, contatto, accettazione, responsabilità, padronanza emotiva, conoscenza di sé. Linee guida che si muovono dal dialogo intimo tra due mondi quello della coscienza e quello della materia: da un lato la conoscenza di Sé e il rispetto dei processi naturali dell’organismo, dall’altro il riconoscimento della sacralità, di ogni sistema vivente, dell’ambiente che ci circonda.
Con Einstein crediamo che la scienza senza la religione sia zoppa e la religione senza la scienza sia cieca.
Crediamo nella possibilità di tracciare le linee di una Scienza che non pretenda di affermare certezze senza rinunciare a fornire garanzie di validità, non si inaridisca in protocolli sperimentali verificabili e ripetibili senza per questo rinunciare ad interrogare la natura con procedure di indagine attendibili; non si riduca al misurabile ma sappia come auspica Maslow, estendere la sua giuri­sdizione e i suoi metodi, voglia avventurarsi con coraggio laddove gli angeli esitano come suggerisce Bateson e allo stesso tempo, sappia con umiltà fermarsi alla soglia del mistero. Riteniamo che sia utile e necessario operare per l’affermarsi di una conoscenza che offrendo garanzie di validità sappia parlare con autorevolezza del viaggio partecipativo del Sé individuale nel Regno di Psiche, dell’Anima individuale nell’Anima Mundi, dell’individuo nel Cosmos.
Il Movimento Transpersonale
Una comprensione di nuovo ordine …
La storia dell’umanità è costellata da sistemi di guarigione che, originati dai territori della coscienza arcaica degli albori dell’umanità, hanno attraversato i secoli e i millenni. Si pensi alla tradizione sciamanica universalmente diffusa sul pianeta a partire dal paleolitico, o ai templi del sonno dell’epoca ippocratica, alle medicine tradizionali orientali- la Cinese, la Tibetana, l’Ayurvedica-, ai sistemi terapeutici dello yoga e del tantrismo, della tradizione ermetica e alchemica occidentale, dello gnosticismo, del­la teosofia e dell’antroposofia.
Fu Leibniz, per indicare questo insieme di conoscenze tradizionali che si ripresentano sotto diversa forma nel corso della storia, a coniare il termine “Filosofia perenne”.
Attualmente, sotto la spinta delle grandi trasformazioni avvenute nel secolo scorso nel panorama delle cono­scenze scientifiche in seguito alle acquisizioni della fisica moderna, stiamo vivendo, come ci ricordano gli storici della scienza, un mutamento di paradigma: al paradigma cartesiano che ha sostenuto la scienza positivista per al­cuni secoli sta subentrando il nuovo paradigma olistico/sistemico, artefice di una nuova scienza che riapre le por­te alla coscienza e alla spiritualità.
Diretta emanazione di questo nuovo paradigma, la vi­sione transpersonale, che si sta affermando negli ambiti della psicologia e delle scienze umane, è senz’altro uno dei contributi più innovativi portato al patrimonio cul­turale e scientifico dell’umanità in questi ultimi decenni.
Tale movimento, sostenuto dalle acquisizioni della fisica moderna, della ricerca sugli stati di coscienza e delle antiche tradizioni spirituali fondate sulla meditazione, si occupa, non solo dei problemi dell’individuo, ma soprattutto del­le sue potenzialità e qualità più elevate.
Si tratta del movimento transpersonale fondato sui presupposti della nuova scienza e delle antiche tradizioni e su quella che Bohm definisce “una comprensione di nuovo ordine”, prodotta dalla padronanza dell’esperienza interiore, frutto di insight.
Da questo movimento è venuta definendosi dagli anni settanta, la Psicologia Transpersonale
La Storia
Se non conosci la storia, sarai costretto a riviverla …
William James, pioniere della psicologia, fu il primo a studiare le esperienze mistiche
considerandoli eventi psicologici quanto religiosi.
In The Varieties of Religious Experiences, James considera le esperienze mistiche come un sano e naturale impulso, fondamento di ogni religione.
Freud e le successive scuole di psicoanalisi stigmatizzarono queste esperienze definendole fantasie regressive allo stato uterino; i Comportamentisti spostarono definitivamente l’attenzione della scienza dal mondo degli stati di coscienza a quello del comportamento.
Ma collateralmente alle tendenze dominanti sopravvisse un pensiero, sostenuto da studiosi eterogenei per formazione e provenienza  che continuò a mantenere la trascendenza dell’io e l’esperienza spirituale al centro della propria ricerca psicologica.
Primo fra tutti è da citare Carl Gustav Jung il quale postulò l’esistenza di un Inconscio Collettivo, inizialmente da lui stesso definito “Ueberpersonliche” (Transpersonale). Tale inconscio sarebbe l’artefice della fondamentale interconnessione di ogni psiche individuale e sarebbe popolato da Archetipi i quali  costituiscono la base stessa di ogni esperienza transpersonale.
Secondo Jung, noi facciamo indirettamente esperienza degli archetipi attraverso  i sogni, i simboli, le favole, i rituali, mentre le esperienze mistiche ci consentono l’accesso diretto al mondo archetipico. Egli arrivò ad indicare nell’esperienza spirituale la via maestra per l’uscita dalle nevrosi.
Abraham Maslow fu il fondatore della Psicologia Umanistica e gettò le basi, forse più di chiunque altro, per la nascita della Psicologia Transpersonale in quanto forza organizzata all’interno del panorama delle teorie psicologiche. Egli stesso considerò la Psicologia Umanistica, che definì la Terza Forza della psicologia, dopo la psicoanalisi e il comportamentismo come transitoria, come una preparazione per una “ ancora più alta Quarta Psicologia, transpersonale, transumana” centrata nel cosmo più che sui bisogni ed interessi umani e che andasse oltre concetti quali, umanità, identità, autorealizzazione personale, verso una trascendenza del sè.
Roberto Assagioli ebbe il grande merito di trascendere per primo i limiti della psicoanalisi proponendo una Psicosintesi che consentisse all’individuo di ampliare i suoi confini personali verso la realizzazione di un Sè Transpersonale. Sembra inoltre che fu lui a coniare per primo il termine Psicologia Transpersonale.
Pierre Weil esplorando le dimensioni dell’esperienza interiore ha individuato una serie di confini che limitano l’uomo nella sua visione del mondo, definendo così, magistralmente, gli ambiti di intervento della Psicologia Transpersonale. Essi sono: la coscienza, la memoria, l’evoluzione e la morte.
La conoscenza e la trascendenza di tali confini è infatti la principale prerogativa del movimento transpersonale che opera con metodi scientifici per lo sviluppo della seguente tesi:
1.   La coscienza è un flusso incessante e illimitato. I limiti esistono solo nella mente dell’uomo.
2.   La memoria va oltre la filogenesi e può risalire lungo la giornata evolutiva del vivente fino alla fonte stessa dell’energia vitale.
3.   L’evoluzione umana non si ferma all’intelletto o alla fase della maturità sessuale ma procede verso qualità più elevate quali: saggezza, amore, umiltà, compassione, consapevolezza, ecc.
4.   La morte è solo un passaggio, un occasione per attingere nuove dimensioni dell’essere.
Stanislav Grof e Ken Wilber sono le figure attualmente più rappresentative del movimento transpersonale. Stan Grof, come vedremo è stato uno dei primi ad elaborare un modello psicodinamico transpersonale, oltre che una mappa dell’esperienza interiore e una metodologia psicoterapeutica ad approccio transpersonale.
Ken Wilber è da considerarsi senza dubbio il più prolifico teorico transpersonale vivente, egli ha, tra l’altro elaborato un modello di sviluppo della coscienza che consente di integrare i vari modelli psicologici, cognitivo, morale, psicodinamico e spirituale.
Altri autori che collateralmente hanno nutrito il grande fiume del transpersonale sono da considerarsi: Karen Horney con il suo concetto di “Vero Sè”, Victor Frankl il quale basava il suo lavoro sulla ricerca del significato e sulla nozione di “autotrascendenza”. Carl Rogers che includeva il concetto di “potere spirituale trascendente” tra le caratteristiche di una persona pienamente funzionante e Fritz Perls che fu profondamente influenzato dallo Zen nella elaborazione della sua Terapia della Gestalt.
La prima associazione di Psicologia Transpersonale fu fondata negli Stati Uniti nel 1969 ad opera di personalità quali: Charlotte Buhler, Abraham Maslow, Allan Watts, Arthur Koestler, Viktor Frankl. Si pubblica una rivista The Journal of Transpersonal Psychology fondata da Antony J. Sutich e alla quale collaborano tutti i maggiori esponenti americani del movimento transpersonale quali: Ken Wilber, Stan Grof, Stanley Krippner, Lawrence Le Shan, Michael Murphy, Charles T. Tart, Frances E. Vaughan, e altri.
In Italia, gli autori che più hanno contribuito alla elaborazione teorica e alla diffusione del movimento transpersonale sono Laura Boggio Gilot, Arturo De Luca e chi scrive. La Boggio Gilot nei suoi testi esplora la Psicologia Transpersonale alla luce della Psicosintesi e della meditazione Vedanta. Arturo De Luca coglie la dimensione transpersonale attraverso il Rebirthing e la Respirazione Olotropica di Grof. Marlene Silveira e Pierluigi Lattuada hanno fondato agli inizi degli anni 80 hanno fondato la Bioransenergetica.
 La Biotransenergetica: un modello operativo transpersonale
La Biotransenergetica propone una metodologia fondata sull’esperienza interiore e l’esplorazione delle dimensioni della coscienza con l’intento di rea­lizzare la consapevolezza che si svela oltre i processi di pensiero della mente ordinaria.
La Biotransenergetica è un atto poetico, suo intento è insegnare a riconoscere la sacralità dello slancio creativo del vivente in ogni sua manifestazione e conformarsi alle sue leggi.
La Biotransenergetica è una disciplina psico-spirituale concepita agli inizi degli anni 80 grazie all’incontro tra Marlene Silveira, psicologa, psicoterapeuta e Pier Luigi Lattuada, medico psicoterapeuta . Da allora, in oltre trentamila ore di lavoro clinico presso il Centro Om di Milano, e in dodici libri pubblicati, Pier Luigi Lattuada ha perfezionato il modello teorico e il sistema operativo fondati sulla filosofia perenne delle antiche tradizioni spirituali e sostenuti dalle più recenti acquisizioni della nuova scienza, della ricerca sugli stati di coscienza, della visione integrale e del movimento Transpersonale.

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