LA MAPPA DELLA COSCIENZA IN BIOTRANSENERGETICA

Risulta comprensibile come, di fronte a un quadro così complesso delle possibilità della coscienza umana, la coscienza razionale del piccolo uomo si trovi sconcertata. Nella maggioranza dei casi, però, essa per non sconcertarsi si ritrae, si difende, nega, sminuisce, utilizza in definitiva tutte le sue armi, i “meccanismi di difesa” per dirla con Anna Freud, o i “fattori di stabilizzazione” per dirla con C. Tart, contro il nemico: l’insostenibile leggerezza dell’essere.
Ma non tutti i mali vengono per nuocere. Se così non fosse la partita sarebbe già chiusa in partenza e non avrebbe senso scrivere libri come questo. Dalla “sistematizzazione della separazione dell’uomo da se stesso” è nato, secoli or sono, come abbiamo visto, un nuovo metodo per conoscere: il Metodo Scientifico. L’uomo separato, non potendo accedere al “vero” ha trovato un modo efficace per stabilire il “certo”. 
Così facendo, il solco tra i metodi del vero e quelli del certo si sono allontanati sempre più tanto da, nel migliore di casi, ignorarsi a vicenda, tanto da apparire ai più due percorsi inconciliabili. La BTE come altre discipline transpersonali ritiene che sia giunto il momento di fare convergere il certo in direzione del vero e viceversa, vigilando sul dogmatismo imperante in ciascuno dei due versanti. A questo proposito, propone tra l’altro una mappa degli stati di coscienza che ridefinisca la scala di valori dominante, introducendo la dimensione soggettiva dell’esperienza interiore come un dato da rivendicare.

Il piccolo uomo ordinario che è in noi, nella sua giornata evolutiva, sembra avere scelto, complice e artefice al tempo stesso il pensiero scientifico degli ultimi secoli, di eleggere a meta della sua ricerca, come risulta dalla mappa di Tart, lo sviluppo sempre più completo della coscienza razionale. Ha scelto, in definitiva, l’immersione piena e totale nel mondo della conoscenza. 
La visione della BTE e delle altre discipline transpersonali, antiche o emergenti, auspica il trascendimento della mente duale e del mondo della conoscenza operando per l’affermazione della coscienza olistica che attraverso lo sviluppo dell’osservatore può consentire al piccolo uomo il salto verso il mondo della consapevolezza, luogo dell’uomo presente. Attivando la sua mente unitiva, l’uomo presente è in grado di purificare, attraverso l’auto-osservazione consapevole, il suo “sentire” e di liberare il suo “agire” dai vincoli della mente duale, riequilibrando il circuito “sentire-elaborare-agire” e restituendolo alla semplicità delle leggi universali, riconciliando così se stesso con la naturalezza dell’esistenza.

Per questo la BTE e le altre discipline transpersonali ridefiniscono la mappa degli stati di coscienza della visione dominante ampliandone i limitati orizzonti in una direzione che vede la coscienza olistica occupare uno spazio di valore ulteriore. 
Per questo definimmo Modo Ulteriore il modo tipico di operare della mente unitiva, per sottolineare la sua collocazione in uno spazio di frontiera tra la condizione del piccolo uomo ordinario e le vaste dimensioni di coscienza del mondo della consapevolezza. Il salto dalla dimensione duale a quella unitiva, dal mondo della conoscenza a quello della consapevolezza si realizza quando il piccolo uomo si sveglia dal suo sogno di identificazioni, quando si aprono nella sua mente le scatole che contengono convinzioni e condizionamenti. 
Sempre in quest’area di valore, riteniamo vadano collocati gli stati di Transe classicamente intesi, vale a dire le dimensioni della coscienza prodotte dal contatto con “entità spirituali”e “forze della natura”.

Un discorso a parte meritano gli stati indotti dalle cosiddette sostanze enteogene o piante di potere. Enteogeno significa “Che risveglia il Dio che è dentro.” 
Esistono teorie di ricercatori accreditati (McKenna, Hoffman e molti altri) che fanno coincidere lo sviluppo della coscienza umana con l’impiego da parte dell’uomo primitivo di sostanze di questo tipo. 
Si pensi alla simbiosi millenaria tra l’uomo raccoglitore/cacciatore e i funghi allucinogeni che crescevano e crescono nelle praterie dove pascolavano i grandi bovini, si pensi al Peyote dei Nativi Americani, all’Ayahuasca dei popoli Amazzonici, alla Iboga della religione Bwiti praticata in Gabon e nello Zaire, alla Amanita muscaria dello sciamanesimo siberiano, al leggendario Soma degli Indù. L’impiego di tali sostanze, nonostante le persecuzioni dei potenti di turno, ha resistito alla storia e ha attraversato i millenni non perdendo mai le sue connotazioni di estrema sacralità. 
Solo la mente separata del piccolo uomo ha potuto vedere in cerimonie religiose di questo tipo degli aspetti edonistici per via della sua ben nota capacità di proiettare le proprie miserie fuori di sé. In BTE gli stati transpersonali sono raggiunti mediante pratiche di ordine meditativo, di autoguarigione e terapeutiche, ma dal punto di vista transculturale gli stati indotti da sostanze enteogene durante cerimonie tradizionali, sono considerati alla stregua degli stati meditativi, mistici, estatici, contemplativi, creativi, raggiunti con le più diverse pratiche spirituali e artistiche. Ai due estremi della nostra scala sistemiamo, da un lato gli stati transpersonali o più elevati della coscienza e, dall’altro, le psicosi tossiche così come gli stati indotti di dipendenza. 
Prima di tracciare lo schema dobbiamo ancora considerare il più emblematico degli stati di coscienza, la follia. Un tentativo, forse coraggioso, forse azzardato, forse maldestro di varcare la soglia dei limiti ristretti del piccolo uomo per navigare nel blu dell’oceano della coscienza. Tentativo che, come ogni altra ricerca, può portare a perdersi o a ritrovarsi.

tratto da “Biotransenergetica”, di Pier Luigi ‪#‎Lattuada‬

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