Alla roccia dello sciamano
La voce ha inebriato il brusio del mio afflato
Con il sorriso dei residenti alla fonte
Ha disceso la pienezza vuota della benedizione
Sussurrato la platea spirituale delle presenze locali
In un dialogo di soggetti senza spazio ne tempo
A monito dei doni dispensati prima d’essere cercati
Invano
Bussando alle soglie di pavidi latrati
Di laide staccionate e parole mancate
Dell’altro da fare
Della smania effimera di placare il conosciuto
Mentre le nubi rovesciano quel vento nero sulla tua testa ingombra
E il cielo dei Buriati lava il sale obsoleto del mito
Dalla penitenza dei tuoi corpi
E nello specchio intravedi la vanità di un successo
Mancato
Allora rassegni la tua frustrazione con le parole di Alexej
Alle quali l’alba del tuo disincanto
Darà la giusta collocazione
Alla destra dell’angelo
Che il fato benevolo ti ha voluto in moglie
Nell’olimpo dei maestri che si affannano
Per il tuo prossimo risveglio.